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incesto

Assieme 3


di iltiralatte
04.08.2024    |    3.955    |    3 7.6
"Controllerà la mia roba e la scoprirà al suo posto..."
-La croce è stata proprio una buona idea.
Accompagnata dal marito Silvana voleva recarsi sul luogo della scomparsa per depositare una singola rosa bianca ai piedi della minuscola croce che, se non avesse saputo dov’era, sarebbe passata inosservata a tutti.
-Silvana oggi non posso raggiungere la croce. Il cibo di ieri sera deve essermi rimasto sullo stomaco.
-Mi spiace Sandro, io apprezzo molto queste passeggiate e raggiungere poi un luogo per noi così intimo mi fa ancora pensare d un matrimonio saldo ed intonso: il nostro. Qualche pregio deve pur averlo avuto se dopo la tragedia ed a 13 anni da essa è ancora in piedi: un po’ sciupato e bistrattato certamente, ma tuttora valido e vitale.
-Concordo Silvana. A volte quando siamo vicini a quella piccola croce mi sembra che il tempo non sia passato e che noi due siamo sempre una coppia felice. Poi mi allontano e la realtà prende il sopravvento.
-Porta pazienza Sandro: io sono convinta che, nonostante tutto, noi finiremo per ritrovarci e ricupereremo la serenità.
-Anch’io non desidererei altro Silvana, ma ora vai la strada per il lago Serrù è lunga e qui giunta certamente tu vorrai fermarti almeno un attimo in meditazione.

Ora Silvana era ferma di fronte alla piccola croce lignea ed in mano teneva la classica rosa bianca che avrebbe voluto donare alla memoria del figlio scomparso da tanti lunghi anni.
Non era però disposta a depositarla semplicemente ai piedi della croce: ogni cane, ogni bestia e persino ogni persona che fossero passati avrebbero potuto, sia pure involontariamente offendere la memoria rappresentata dal fiore.
Fece una prova: il fiore appoggiato al legno e sostenuto dalle sue spine ivi infilzate.
-Azz non funziona!
Disse a mezza voce come parlando tra se:
-Come posso fare?
-Ha bisogno di un aiuto signora?
Stupita volse lo sguardo e l’immagine di un bel giovane, sorridente, con l’accento fortemente francese e dagli occhi limpidi le si impresse sulle retine.
-Si vorrei legare questo fiore alla croce ma non so come fare.
-Lasci fare a me
Ed aperto il suo zaino ne trasse un rotolo di nastro adesivo da elettricista.
-Lo porto sempre con me quando vado in montagna. Non occupa molto spazio, è versatile e robusto. Spesso mi ha risolto problemi apparentemente insolubili.
Legare il fiore è divenuto una sciocchezza ma le rose, si sa, hanno le loro spine e neppure quelle bianche fanno eccezione,
Una stilla di sangue uscì da un dito che troppo si era avvicinato al fiore ed un movimento maldestro lasciò una striscia rossa che immediatamente spiccò come un richiamo sul candido petalo del fiore.
-Mi spiace signora: sono mortificato! Ho imbrattato un fiore cui lei evidentemente teneva molto.
-Non si preoccupi: il bianco è il colore della purezza ma il rosso quello della passione. Lei li ha uniti insieme ed ora il messaggio trasmesso è più completo.
-Capisco, questa croce rappresenta un suo affetto vero? Un marito? Un amante?
-Solo una persona cui tenevo molto e che mi ha lasciato tanto tempo fa.
Concluse sbrigativa Silvana. Provava ancora pudore per il suo dolore e non se la sentiva di sbandierarlo in faccia al giovane che, anche se appariva molto ben educato, risultava comunque essere un perfetto estraneo.
- È la prima volta che viene nella Valle dell’Orco?
-Si signora.
- È bellissima. Per ripagarla della sua cortesia mi consenta di mostrargliela un po’.
Il resto della giornata si rivelò piacevole. Il ragazzo era simpatico ed intelligente e stare con lui le ricordava il tempo dei suoi 18 anni quando passava tutto il tempo con un ragazzo simile che sarebbe poi divenuto suo marito.
Ma anche le cose belle hanno una fine: specialmente le giornate che sono implacabilmente scandite dalle lancette dell’orologio.
-Siamo giunti al termine della gita, siamo accanto alla mia vettura ed ancora non so come ti chiami!
Disse Silvana al ragazzo.
-Ivan signora
-Beh, io sono Silvana e smettila di chiamarmi signora. Hai dove andare Ivan?
-Veramente no sig… Silvana! Pensavo di trovare rifugio in qualche ostello qui vicino
-Che ne diresti di un buon letto e di una cena casalinga?
.-Sarebbe un sogno ma non conosco nessuno da queste parti.
-Errore: ora hai conosciuto me. Vieni ti presenterò mio marito e ti invito a passare la serata da noi.
-Hai un marito? Non me lo avevi detto! Infatti mi domandavo come fosse possibile che una bella donna come te fosse sola.
-Si ho un marito e mi sono accorta di volergli pure molto bene, ma la nostra è una famiglia molto particolare.
-Devo preoccuparmi?
-Si, dapprima ti darò da mangiare, quindi ti divorerò.
Risero come bambini ed il resto del viaggio si svolse spensieratamente.

-Ciao Silvana, ben tornata. Chi è il tuo giovane amico?
-Ciao Sandro: come stai?
-Bene Silvana. L’imbarazzo è passato.
-In questo caso non avrò remore ad infliggerti la solita punizione, lo sai vero?
-Si Silvana: me la sono meritata ed è giusto che venga punito una volta di più.
-Ti presento Ivan, che mi ha aiutata stamattina alla croce. Lo ho invitato a cena ed a passare la notte da noi.
-Domando scusa signori (intervenne il ragazzo), mi sembra di annusare nell’aria il fumo di una discordia familiare. Se disturbo posso anche andare.
Rispose Silvana:
-No, tu resti qui.
Confermò Sandro:
-Non faccia caso sig Ivan: io e mia moglie risentiamo ancora di una tragedia che ci ha colpito anni fa. Siccome mia è stata la colpa io stesso ho chiesto a mia moglie di continuare a punirmi nel modo per me più doloroso quindi, come vede, tutto rientra nella normalità.
-Ora venga: le mostro il suo letto e dove potrà appoggiare le sue cose.
I tre si ritrovarono a tavola e la cena fu abbastanza normale.
Al temine:
-Sandro non vorresti portarci il caffè?
-Con piacere Silvana vado immediatamente a prepararlo.
L’uomo non era ancora uscito dalla stanza che l’atteggiamento di Silvana cambiò istantaneamente.
-Te lo avevo promesso ed ora ti divoro.
La donna raggiunse in un istante Ivan e gli si sedette in braccio, cercando con la bocca la sua e guidandogli contemporaneamente la mano verso la sua scollatura.
Un imbarazzatissimo Ivan sussurrò:
-Che fai Silvana? Di la c’è tuo marito che tra poco tornerà.
-Hai ragione, tornerà. Seguimi.
Presolo per mano lo condusse in camera da letto:
-Ora chiuderemo la porta e lui comprenderà e non disturberà.
-Ma che dici? Inizialmente non vedrà ne te ne me. Controllerà la mia roba e la scoprirà al suo posto.
-Non gli ci vorrà molto ad immaginarci sul vostro letto e certo saprà pure anche a fare che cosa.
-Vero caro … ma questa è la sua punizione. Quindi non preoccuparti, lui abbozzerà e neppure ci infastidirà.
Pur titubante il ragazzo si lasciò spogliare ma presto, vedendo che realmente Sandro non si faceva vivo, si rilassò. Penetrò quella donna che tanto generosamente gli si era offerta e fece del suo meglio.
Quella scopata fu diversa dalle solite per Silvana.
La donna aveva avuto mille e mille amanti ma sempre provava un senso di rancore mentre copulava con loro.
Con stupore si rendeva conto che invece ora quel rancore era proprio scomparso. Le sembrava di essere tornata a far l’amore col suo Sandro. Si sentiva libera, felice e finalmente appagata e soddisfatta.
Senza pensarci due volte fece togliere al giovane il preservativo e terminò la scopata a pelle.
Al termine poterono scambiarsi le loro opinioni
-Sei fantastico: ho avuto tanti amanti ma li ho sempre odiati. Invece con te … io ti amo!
-Anche per me è stata una cosa speciale. Non è stata la mia prima volta ma la soddisfazione era sempre relativa, mentre con te mi sentivo completamente a mio agio, mi trovavo tanto bene nella tua vulva che mi sembrava di essere tornato a casa dopo una lunga assenza.
-Mai ho concesso una riprova a nessuno, ma con te voglio fare una eccezione. Sto troppo bene con te e proporrò a Sandro di accettarti come mio bull.
Finora, per sua scelta, ha voluto riservare a se il ruolo del cuckold ma il tuo personaggio mancava.
Se Sandro accetterà, e non vedo perché non dovrebbe farlo, diverrai il padrone del mio letto.
-Anzi, non vuoi trasferirti qui da me in pianta stabile? Avresti gratuiti vitto alloggio ed una donna sempre disponibile mentre cercherai un lavoro che ti consenta di essere indipendente.
-Non avessi provato la tua vagina avrei potuto avere qualche dubbio ma qui sono deciso: tu sei nata per essere la mia donna. Anche tuo marito dovrà rendersene conto ed accettare il fatto
-Sono pronto a misurarmi con lui.
-Certo hai ragione ma io amo anche mio marito. Io sarò la tua donna, ti apparterrò ogni volta che vorrai ma tu non trattarlo male: non se lo merita.

La mattina, dopo aver nuovamente soddisfatto le voglie del suo nuovo amante che sembrava non averne mai abbastanza di lei, Silvana raggiunse il marito in cucina.
-Ieri sera non avete aspettato vero? Non mi avete neppure lasciata aperta la porta in modo che io potessi scontare la mia punizione.
-Vero Sandro ma avrai tante altre possibilità. Ho deciso di fare di Ivan il mio amante fisso.
-Deve avere un fallo eccezionale se hai preso una decisione simile, mai mi hai proposto per due volte lo stesso rivale.
-Non è questione di pene Sandro ma di amore. Stanotte amare quel ragazzo mi sembrava fosse la cosa più giusta e naturale del mondo. Allora gli ho proposto di diventare il nostro bull e lui ha accettato. Avrai quindi molte occasioni per vederlo all’opera e per scontare il tuo tormento.
Quindi con un movimento improvviso ed imprevisto gli stampò, dopo tanto tempo un grosso bacio sonoro prima di correre in camera per soddisfare nuovamente la voglia del nuovo membro della famiglia.

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